Quattro mura, un tetto, una tavola ed un calore umano che tutto avvolge in un turbinio di relazioni all’insegna della gratuità. Famiglia quale luogo di vita, famiglia maestra di vita dove i saperi vengono trasferiti di generazione in generazione.

Famiglia come spazio vitale per l’apprendimento delle relazioni che regolano i rapporti interpersonali,

famiglia custode di chi deve vedere la luce e accompagnatrice per chi si prepara a chiudere i propri occhi per lasciare il passo alla prossima generazione.

Ogni creatura necessita e beneficia della bellezza e della gratuità che gli viene donata dalla famiglia.

Da questo intenso campo di energia intima, che si esprime attraverso le relazioni, la legge dell’amore ed il dono di sé alimentano la fecondità generativa, una intensa forza irradiante intrisa di vigore, capace di sciogliere la sofferenza, di innestare la fiducia e di infondere speranza. La vitalità di un papà e di una mamma ancorati da un impegno, da un sì per la vita, la cui fecondità non è ferma all’aspetto biologico, ma trascende il grado di parentela per aprirsi ad una genitorialità universale, in cui ogni creatura è associata al ruolo di figlio, quale eredità essenziale per una umanità che si rinnova.

In questo quadro la relazione assume forma propria ed invade la storia attraverso il mistero dell’amore. Un bene ceduto in forma gratuito, un bene che irrompe nella vita di ciascuno che diventa motore della speranza per l’umanità. In questa cornice l’accoglienza prende colore e diventa esperienza, una traccia indelebile nella storia di tanti minori accolti con le loro sofferenze, per diventare veicoli di speranza esperita, in cui anche la fatica e la gioia possono intessersi in un processo generativo a beneficio di molti.

La proposta di Bet Noah vuole essere una esperienza aperta a tutti, in cui la famiglia ne riveste sicuramente un ruolo privilegiato ed essenziale nell’intento di dare un volto più umano ad una umanità affranta.